Quando si parlava semplicemente di ortoia ci si riferiva al concetto di denti diritti, n allineati, in buona intercuspidazione, più meno in armonia con il viso. II continuo studio dei risultati delle applicazioni pratiche, il progredire dei mezzi diagnostici, I' attento confronto radiografico, la codificazione dei traeciati cefalometrici e la loro analisi, hanno permesso di evidenziare le variazioni che avvenivano a livello delle ossa del massiccio facciale e della posizione mandibolare.
La stessa differenziazione diagnostica in classi dentali e classi scheletriche implica un interessamento delle basi ossee e quindi una funzione ortopedica dell'ortodonzia. Lo sviluppo della gnatologia ed il riconoscimento della sua fondamentale importanza in tutta la patologia stomatognatica (e non solo in quella) hanno indirettamente contribuito allo studio della funzione muscolare e, quindi, ad una nuova visione della terapia funzionale, che si propone di variare la forma, il rapporto scheletrico, O di influenzarne positivamente Io sviIuppo , attraverso I'inibizione o la sollecitazione i singoli elementi dentari vadano ad occupare la sede che compete loro, confidando che in presenza di una corretta funzione non potrà che essere corretto il loro posizionamento. Anche alcuni tipi di intervento ortodontico con apparecchiature fisse hanno o si propongono un fine funzionale. Agendo prima sul riposizionamento dentale, vengono ristabilite le condizioni perché si esplichi una regolare e corretta funzione.
(Manuale di Tecnica Ortodontica)